Granelli di sabbia, erosione costiera

I pennelli sono degli ottimi indicatori del senso del trasporto litoraneo dei sedimenti, poiché intercettano la sabbia in transito e fanno crescere la spiaggia posta sopraflutto e inducono l’erosione di quella sottoflutto. Nel suo insieme la linea di riva prende un andamento a denti di sega: è così che, se si vuole capire da che parte si muova la sabbia, basta osservare l’asimmetria della linea di riva da una parte all’altra di un pennello. Altri indicatori utili possono essere la quota della berma, maggiore sopraflutto, e le dimensioni dei sedimenti, in genere più grossolani sullo stesso lato. Ci sono però dei casi in cui la prima impressione potrebbe portare a conclusioni sbagliate.

Quando voglio mettere alla prova degli studenti, ma anche dei colleghi che vengono a visitare le nostre coste, li porto su alcune spiagge dove l’interpretazione della dinamica costiera fatta sulla base dell’insabbiamento dei pennelli può essere errata. Basta infatti che l’asse di queste strutture non sia perfettamente perpendicolare alla riva che, anche in assenza di un trasporto sedimentario efficace, la spiaggia assuma un configurazione asimmetrica.

Da un lato, le onde che arrivano a costa subiscono la diffrazione sulla punta del pennello e ruotano convergendo alla sua radice, mentre sull’altro lato vengono riflesse e innescano una corrente opposta: quindi il pennello s’insabbia da un lato e induce l’erosione della spiaggia sull’altro.

Anche quando le onde arrivano oblique rispetto alla spiaggia si può avere che la riflessione sul lato sopraflutto induca una controcorrente, che s’incontra con quella principale dando origine a un debole saliente. Il fenomeno è particolarmente evidente in corrispondenza dei moli guardiani che estendono in mare le foci dei fiumi e dei canali, perché queste opere sono in genere inclinate verso il lato sottoflutto, per evitare l’insabbiamento dell’imboccatura.

Risposta della spiaggia all’inserimento di un pennello obliquo in un tratto interessato da un trasporto sedimentario diretto verso destra (in alto) e riduzione della riflettività del lato esposto alle onde (in basso).

Per correggere questo difetto, quando è un difetto, è necessario ruotare l’asse del pennello, oppure, in modo più semplice, rendere rugosa la sua superficie esposta alle onde con una o più protuberanze (martelli). Girando per le nostre coste si trovano molte strutture che mostrano tracce di modifica del progetto originario. L’inversione del senso del trasporto litoraneo può anche essere cercata dal progettista, ad esempio per ostacolare l’insabbiamento di un porto.

Quando abbiamo parlato delle scogliere parallele, abbiamo visto che non sempre sono parallele alla riva, ma possono esserlo alle onde incidenti. Ebbene, i pennelli molto inclinati possono anche essere considerati come una via di mezzo fra le scogliere oblique e i pennelli tradizionali.

L’inserimento di opere oblique alla costa, o alle onde prevalenti, può giocare brutti scherzi, in particolare se le strutture sono molto lunghe. L’espansione del porto di Livorno, realizzata con un molo settentrionale obliquo e le successive casse di colmata, dove venivano depositati i sedimenti dragati nel porto, anch’esse delimitate da scogliere inclinate rispetto alla riva, hanno spostato progressivamente verso nord una corrente indotta proprio dalla riflessione delle onde su queste strutture, causando danni agli stabilimenti balneari del Calambrone.

E non pensiamo che siano solo le opere appositamente progettate con un grande angolo a indurre questi fenomeni: bastano pochi gradi per innescare i processi che abbiamo visto. Quindi, se costruiamo un pennello diritto ortogonale alla costa, stiamo molto attenti, perché qualcosa può sempre andare storto. Anche lui!

L’articolo E se andasse storto? Scherzi dei pennelli e dei moli guardiani proviene da Mondo Balneare.

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